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Category: POTENZE ECONOMICHE
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GodMoneyIL FETICISMO DEL DENARO

IL DENARO FETICCIO DEI FETICCI

Analizzare cosa sia il denaro, quindi la moneta, il debito, l'interesse, è un'impresa molto ardua e complessa, perché si sono mescolati tra i diversi fattori e le diverse relazioni tra gli oggetti sociali differenti. Nella volgata si distingue la moneta come oggetto solido, e il denaro come oggetto scritturale. La prima emessa da uno Stato a corso legale e il secondo dai privati. La cosa è più complicata sia nella sua produzione che nelle sue funzioni.

Quale è l'origine della 'moneta'? Esiste un'intera letteratura, principalmente di economisti che fanno risalire l'invenzione della 'moneta' come risposta ai problemi derivanti dalla pratica del baratto! Adam Smith, per esempio, delineando la sua famosa opera Indagine sulla natura e causa della ricchezza delle nazioni, pone l'esempio del fornaio che, desiderando di carne, di fronte un macellaio, che a sua volta, essendo già dotato di tutto il pane di cui aveva bisogno, non voleva nessuno altro pane. L'invenzione della moneta per i classici, sarebbe venuta in questo contesto, come risposta ad un problema specifico legato a questa realtà di baratto perché essa agisce come lubrificante del commercio consentendo al panettiere soddisfare i suoi bisogni con la vendita del pane e a chiunque volesse in cambio della moneta, ora era possibile andare dal macellaio a comprare la carne, con i suoi soldi ricevuti.

Così, secondo gli economisti classici, dal baratto, pratica umana “naturale”, che è sempre esistito, si è passati al conio di moneta metallica, che in un secondo tempo avrebbe dato vita al denaro.

Eppure, come vedremo qui, i fatti riportati dagli studiosi di antropologia non lasciano nessun dubbio: tutto questo è una fiaba mistificatrice!E la differenza tra moneta e denaro sembra essere del tutto aleatoria e servono altri criteri di studio.

Marx: della distinzione moneta e denaro

Marx fa una prima distinzione tra moneta e denaro in base allo stato di mobilità, moneta se è meuble, denaro se è immeuble, ossia quando è nella pancia delle banche o investitoti e serve a creare altro denaro. In una seconda distinzione più raffinata, Marx separa la moneta dal denaro, in base alla sua funzione storica realizzata nello scambio. Siamo nel dominio della moneta quando si è all'interno dal processo di circolazione nella sua forma non-capitalista, M D M (circolazione da Merce a Denaro, quindi a Merce; se per esempio si produce sedie (M), le si vende incassando (D), e lo si usa per comprare pane e altri beni (M) ); ossia quando la finalità della transizione è il bene-d'uso finale (M). In queste condizioni la moneta ha la funzione di ausilio alla circolazione delle merci e non come metodo di arricchimento fine a se stesso.

Nel capitalismo, invece è medium è la merce e la finalità dello scambio non è il bene d'uso (M) ma il denaro(D): D→M→D' (produrre Merci per incrementare il Denaro (D')). Quindi la transazione non avviene più sotto forma di moneta, ma di denaro. E questo riassume tutto l'aspetto feticistico della transazione nel dominio sociale nella sua forma capitalista.

Nel primo movimento, il denaro è solo mediatore, nel secondo, è la merce prodotta che media il meccanismo di incrementato del denaro. La merce mentre nella prima forma appare come scopo finale, nella seconda appare come semplice mezzo per l'arricchimento. Dal momento che il modo di produzione capitalista si è impadronito della produzione, il denaro, figura come attore principale mentre le merci sono sue ancelle, strumenti del denaro che si deve incrementare ad ogni passaggio.

Teorie classiche sul denaro e monetastoria del denaro2E

Le teorie e letterature classiche distinguono la moneta e il denaro da quella prodotta dagli Stati e quella dalle banche, o descrivono le differenze apparenti tra moneta e denaro, ma la realtà emersa negli ultimi anni va a stravolgere tutto. Un euro, un titolo sovrano, il Bancomat, la carta di credito, un'azione, un'obbligazione, un fondo d'investimento ecc. sono moneta o denaro?

Denaro e moneta distinzioni fittizie

La distinzione del denaro come forma scritturale e la moneta come cosa solida non esistono più da tempo, sono mere finzioni e forse sono sempre state tali per i motivi di seguito elencati.

  1. La moneta non indica nessun valore (ratificato anche sostanzialmente dagli accordi di Bretton Wood 1971 dove si sgancia la moneta dai valori concreti, l'oro, argento), ma è solo un “cedola” di fiducia, moneta fiduciaria o meglio, e se parliamo del dollaro, essa è la potenza militare-industriale di una nazione.

  2. Le monete fiduciarie non sono necessariamente emesse da uno Stato (vedi le monete complementari e Bitcoin).

  3. La moneta non è “materiale” (carta) in contrapposizione a quelle immateriali come le carte di credito, oggi sono tutte scritturali, dei meri segni convenzionali, dei bit, messi da qualche parte in un hard disk. La moneta circolante è la minima parte di quella cartacea. Quando la BCE “produce” liquidità, scrive solo un segno + su cifre di un computer.

Nella storia, l'elenco degli oggetti o beni che sono stati chiamati moneta per gli antropologi, a torto o a ragione è lunga: conchiglie, pietre di giada, pezzi tessuti, sale, suini denti, fave di cacao, cereali orzo, monete coniate1. E oggi il denaro (o la moneta) può assumere forme diverse, gettoni, banconote, cedole, assegni, buoni pasto, assegni fedeltà, ecc. È quindi difficile orientarsi, e possiamo parlare di valuta , denaro, quasi-moneta? Dipende dalla definizione che si dà al denaro.

Tra tutte le definizioni disponibili, quella proposta di Alain Testart in un brillante e motivato articolo di economia politica e antropologia2, sembra la più interessante

È da considerarsi come moneta/denaro uno o più specie di beni con queste caratteristiche:

  1. il numero di queste specie deve essere limitato;

  2. la cessione di denaro, in quantità determinata, all'interno di una comunità di scambio, è prescritta o preferita nella maggior parte dei pagamenti ed è ritenuta di avere valore liberatorio.

Il pagare3 è come «un atto con cui si adempie l'obbligo di dare un cosa prescritta in anticipo dal codice sociale o una impegno contrattuale.» Così quando pago, io mi libero di un obbligo. Questo è il “potere liberatorio” della moneta/denaro.

L'obbligo che si svolge pagando, può infatti essere sociale e non economico. Come per la periodica donazione sacrificale ad un Dio e gli ex voto.

Ricordiamo che paga deriva dal significato latino pacare, significa placare o calmare il nemico4. Sia esso una persona o un Dio.

Ne consegue anche che la moneta/denaro è l'unico bene che non può essere rifiutato come mezzo di pagamento.

Sulle funzioni del denaro sembra ci sia una concordanza tra gli economisti classici e Marx (per tutti M. Weber): mezzo di scambio, di riserva valore, di standard di valore e di mezzo di pagamento.

«La prima funzione dell'oro consiste nel fornire al mondo delle merci il materiale della sua espressione di valore ossia nel rappresentare i valori delle merci come grandezze omonime, qualitativamente identiche e quantitativamente comparabili. Così esso funziona come misura generale dei valori: e solo in virtù di questa funzione l'oro, che è la merce equivalente specifica, diventa, in primo luogo, denaro.» «Poiché tutte le merci come valori sono lavoro umano oggettivato, quindi sono commensurabili in sé e per sé, possono misurare i loro valori in comune in una stessa merce speciale, ossia in denaro. Il denaro come misura di valore è la forma fenomenica necessaria della misura immanente di valore delle merci, del tempo di lavoro»5 (marcatua del redattore)

Presupponendo di poter confrontare razionalmente lavori qualitativamente omogenei (che sia esso un lavoro di Cellini, o del suo venditore di uova, o di un fabbro) svolti in un tempo omogeneo e misurabile (un tempo sociale lineare, quantitativo, frazionabile, e non circolare, qualitativo come nel precapitalismo).

Inoltre, l'uso del denaro come riserva di valore e mezzo di pagamento, A. Testart, ci dice invece che tali qualificazioni non sono pertinenti per almeno due motivi:

Perchè è diversa la capacità di utilizzare una cosa e il uso effettivo. Una cambiale o un assegno, per esempio, può servire come standard, senza dover avere un valore, un bene immobiliare può fungere da riserva di valore, il credito può essere utilizzato come mezzo di pagamento o di investimento (come nel caso dei subprime ecc).

Se ne deduce che la moneta/denaro gioca un ruolo di mezzo di scambio a condizione che sia accettata da tutti. P.A .Samuelson riassume succintamente: «Paradosso: la moneta è accettata perché è accettata»6.

Ciò che in definitiva distingue la moneta da altri beni è la consuetudine, la preferenza che degli uomini hanno in comune eleggendo una data cosa come mezzo di pagamento. Tutto qui,

Quindi qui si usa la parla denaro e moneta per indicare un'identica funzione.

Il denaro come oggetto extra economico

Si sente qui una dimensione sociale della moneta, che ha doti da virtù teologali (fede e speranza) più che economiche, ed è comunque irriducibile alla sua dimensione economica.

La tradizione metallista spiega l'accettabilità di monete con il valore intrinseco oggettivo conferito loro da una certa quantità di metallo prezioso incorporato (misurato come valore-lavoro socialmente necessario per estrarlo; questo per i classici e per Marx7). Questa tesi è stata messa in dubbio non solo perché non può giustificare l'esistenza della moneta fiduciaria come le banconote-carta di oggi, o le riserve frazionarie delle banche8, oppure, ancora peggio i derivati, divenuti di recente una jattura planetaria. Ma anche perché, da studi antropologici fatti più di recente, sembra che l'accettabilità della moneta deve la sua esistenza ad una sorta di accordo tra i membri del società (spesso con strutture di potere asimmetriche) che coinvolge le forme prettamente sociali extra economiche, quali appunto la fiducia, l'abitudine, e la fede. Si può citare Georg Simmel che evoca la moneta come una fede socio-psicologica coniugata o apparentata alla fede religiosa o François Simiand che vede, la moneta, insieme come il prodotto di una credenza e di una fede sociale.

L'accettazione della moneta negli stati moderni, contrariamente a quanto c'è scritto nei libri classici di economia, non è necessariamente dovuta a una legge dello Stato che ne stabilisce il corso legale, e in questo modo la impone ai suoi cittadini, e gli esempi sono numerosi.

L'incapacità dei rivoluzionari francesi, dopo il 1789, a far accettare alla popolazione i famosi assegni a guisa di pagamento, anche minacciando la pena di morte chi rifiutasse di accettarli, o, al contrario, nella città di Arras, nonostante i tentativi repressione che durò oltre due secoli, per impedire l'uso dei “méreaux”, una moneta popolare era fin lì diffusa nel secolo XII e XIII, illustra mirabilmente la natura sociale di questa fiducia, o a seconda dei casi, di questa diffidenza.

Si concorda con S. Latouche quando afferma che il denaro va all'essenza del sociale che è al di là dell'economia. O per altro verso R. Bellofiore 9 sulla parte il denaro non-merce. Perché nulla è semplice in materia di soldi!

Denaro come memoria di avvenuti trasferimenti

Più che di scambi si dovrebbe parlare di trasferimenti! Infatti lo scambio è solo uno delle forme dei trasferimenti e non è quello dominante!

L'antropologia corrente sostiene che nelle società primitive, lo scambio non è il sistema dominante per il trasferimento di beni e servizi, come invece lo è diventato nel capitalismo.

Lo stesso dono di Marcel Mauss10 per A.Testart è solo un trasferimento particolare: «il dono è un trasferimento non esigibile, la contropartita non è richiesta ».

Il senso di esigibile non vuol dire come moralmente non dovuto, ma come giuridicamente vincolante (tale distinzione non è fatta da Mauss -il famoso antropologo-)!

Ciò significa in particolare, che non onorare questa obbligazione può essere sanzionata mediante l'uso della forza dentro un dispositivo di potere politico particolare della tribù.

Prendendo per buona questa definizione, allora si deve anche ammettere che ciò che è stato spesso descritto come dono e contro dono non è altro che uno scambio, il cui trasferimento è in ritardo nel tempo. Questo discorso è più evidente per il famoso kula 30 scoperto da B. Malinowski nelle isole Trobriand in Indonesia orientale.

Oltre lo scambio e la donazione, ci sono infatti altri tipi di trasferimenti che, per mancanza di meglio, vengono definiti da A.Testart come: trasferimento del terzo tipo T3T”; è un trasferimento [legale], richiesta di pagamento senza contropartita di sorta . Pensiamo per es., alle multe, danni o riparazioni, tributi all'amministratore, le gabelle, le accise, il fondo perduto, e per un certo verso le lotterie, o potremmo metterci anche le rendite di posizione, ecc. (alcuni di questi “T3T”, sono una parte consistente di denaro che confluisce nelle casse dello Stato o dei Comuni e in diversi trasferimenti privati a fronte di servizi “figurativi”, dai professionisti ai concessionari di beni statali). Spesso la causa di questi trasferimenti “T3T” è una dipendenza legale o giuridica connessa a quelli che potremmo chiamare, -seguendo Godelier-, rapporti “politici-religiosi”. Il servo della gleba del Medioevo, per esempio, doveva pagare il suo tributo al signore, una tassa detta “chevage”, solo perché era un servo della gleba, senza un suo status, senza nessuna contropartita. Oppure la decima per il convento o la parrocchia.

Dentro il “T3T” bisogna metterci il debito pubblico, debito perenne, inestinguibile, che è diventato fondamento economico degli Stati moderni; è diventato la nuova tassa eterna di esistenza che i cittadini pagano, una nuova versione dello “chevage” del signoraggio globale11.

E quindi, cos'è la moneta/denaro?

Un esempio antropologico, che è insieme una metafora, molto esemplificativo della funzione sociale della moneta, lo prendiamo dalle pietre-moneta dell'isola di Yap12, con il record della moneta più grande del mondo.

Si tratta di dischi di pietra aragonite, il cui diametro può andare fino a 3,6 metri ed hanno un foro nel centro per 'facilitar il movimento con l'inserimento di una sorta di palo di legno. I più grandi dei dischi richiedono fino a centocinquanta uomini per il trasporto. Tutte queste pietre rare provengono dall'isola di Palau, che si trova a una distanzia di 450 km; vengono tagliate prima di essere trasportati all'isola di Yap. Inizialmente il trasporto avveniva in in canoa, e poi, dopo l'arrivo degli europei nella metà dell'ottocento, si usarono le navi mercantili; queste permettevano di trasportare pietre più grandi e facilmente, e per questo motivo hanno prodotto un fenomeno di inflazione durante la seconda metà del XIX secolo.

Nella società Yap, al momento in cui la moneta di pietra era comunemente usata (e in piccola parte viene usata ancora), essa non aveva funzione propriamente economica, dato l'economia primitiva caratterizzata dalla relativa distribuzione di “attività umana”, e divisioni del lavoro poco accentuate. Così, le pietre sono state utilizzate dal popolo per comprare pesce, canoe, reti da pesca, maiali, ma anche i servizi del tatuatore, i vesti dal sarto, i servizi dal guaritore o il pagamento per la costruzione di case, ecc.Denaro Stato di Yap1

Se le pietre con il diametro più piccolo circolano facilmente, per quelle grandi è più difficile. Una caratteristica interessante della moneta di pietra: una pietra può cambiare più volte proprietario senza cambiare fisicamente posto. Al massimo, il nuovo proprietario può apporre il suo marchio. Ma spesso non è nemmeno necessario e sufficiente che la proprietà della pietra sia accettata socialmente e pubblicamente dagli yapesi.

È successo che un grande pietra era affondata durante il trasporto; quindi non era mai arrivata sull'isola Yap, ma essendo essa appartenente ad una famiglia degna di fiducia, è stato possibile assegnare ugualmente validazione di valore alla moneta-pietra nella comunità senza che nessuno abbia mai visto la pietra stessa o che possa trasferirla.

Un altro aneddoto interessante riguarda l'assegnamento della proprietà della “moneta”, quando i tedeschi arrivarono nell'isola di Yap nel 1898, occupandola. A quel tempo, l'isola non era sufficientemente sviluppata per i gusti dei tedeschi, che ordinarono agli yapesi di mettersi a costruire una strada. Tuttavia, a causa dell'ostruzionismo dei capi yapesi locali, i tedeschi erano costretti a dare sanzioni e punizioni per farli lavorare, ma senza buoni risultati. Ai tedeschi venne così una brillante idea: pitturarono con vernice nera delle pietre, a significare alla popolazione che ora le pietre-moneta appartenevano al governo tedesco. L'effetto fu radicale: gli yapesi iniziarono subito il lavoro con lena per costruire la strada, decretando la fine dell'ostruzionismo!

La riflessione sulla specificità della moneta di pietra ci fa rilevare la stretta somiglianza con la nostra moneta (carta stampata), entrambe sono semplici scritture: un semplice segno, una semplice scrittura, sufficiente per poter cambiare il proprietario della moneta con facilità.
Un'altra caratteristica della
moneta di pietra è che non è fungibile e quindi non gioca veramente il ruolo di unità di conto. Infatti, il valore di ogni pietra dipende dalla sua storia: a chi apparteneva, come e quando era stata fatta (una vecchia ha più valore di una nuova, perché scolpita dopo l'arrivo degli europei), ma cambia anche la sua qualità: finezza grano, colore, etc. Così, due pietre con le stesse dimensioni, non hanno lo stesso valore, mantengono un valore qualitativo, distintivo.

E 'anche interessante notare che le pietre di aragonite avevano un anche un valore intrinseco e non puramente fiduciario (come le conchiglie, monete primitive in altri luoghi). Infatti, prima di servire da valuta, queste pietre sono state utilizzati nella fabbricazione di collari (con valore estetico), ma anche nella produzione di sedili onorari dei capi (valore di prestigio a causa della loro rarità) e anche usati in certi riti religiosi come offerta agli spiriti (valore religioso).

Questo esempio dell'isola di Yap, vale anche a confutare la tesi secondo cui la moneta fiduciaria corrente appare solo in un secondo tempo (almeno in un società senza Stato).

La metafora in oggetto serve anche per spiegare l'origine della moneta: non esiste nessuna linearità evolutiva dal baratto alla moneta, e non serve lo Stato per creare moneta, e non ci deve essere necessariamente un valore intrinseco, tanto meno un tempo di lavoro socialmente dato; la terra di Lowo13 non è un prodotto del lavoro come l'oro, e non deve avere neppure un valore d'uso particolare, l'anello di pietra dell'esempio sopra, non ha uso rilevante, al massimo ci si può sedere sopra, come il valore d'uso della cartamoneta odierna, che si può usare come combustibile.

Quindi si può dire che la moneta è un semplice segno, socialmente accettato, di un avvenuto trasferimento; la cessione della moneta, in quantità determinata, all'interno di una comunità di scambio è ritenuto valore liberatorio; pagando, si estingue un obbligo sentito socialmente.

La moneta, per le varie obbligazioni sociali, ha a una sua funzione di unità di calcolo. Il cui “valore” si basa sulla fiducia. Non è un caso che la radice latina della parola “credito” sia credere.

L'apparente valore dei soldi nel capitalismo?moneta albero

Consideriamo ora per un momento la merce in riposo oro, la quale è denaro, nel suo rapporto con le altre merci. Tutte le merci rappresentano nei loro prezzi una determinata somma d’oro, sono dunque soltanto oro rappresentato o denaro rappresentato, sono rappresentanti dell’oro, come, viceversa, nel segno di valore il denaro era apparso come semplice rappresentante dei prezzi delle merci (Marx cap. II “Il denaro”)

Dal 1971, in assenza di riserva aurea e quindi di convertibilità, il “valore” del denaro in teoria dovrebbe essere la capacità produttiva di un paese, ovvero è sempre una ricchezza reale e tangibile sulla quale il valore convenzionale dei soldi, in un sistema di scambi internazionale, si dovrebbe basare. In realtà il valore dipende da fattori extra-economici come la forza militare, scelte politiche o il nascondimento “psicologico”, che portano il valore del denaro (e dei salari reali) ad essere una variabile dovuto a questi diversi fattori. Oggi abbiamo “liquidità” monetaria, al netto della grande massa del denaro ombra nella pancia delle banche, secondo stime si aggira su “valori” di oltre 10 volte la ricchezza reale del pianeta. Il nostro “valore-lavoro” dipende da questa immensa bisca internazionale.

Come se non bastasse, con il sistema della riserva frazionaria delle banche14, i moltiplicatori finanziari e i futures si è impegnato anche il lavoro futuro, le ricchezze ancora da realizzare che vanno a formare questo calderone di massa enorme di “denaro” scritturale che avvolge come una cappa, soffocandolo, tutto il pianeta reale.

Per abitudine (e pigrizia) siamo ormai portati a pensare che i soldi abbiano di per sé un valore intrinseco perché è grazie al loro utilizzo che possiamo comprare cose.

Quello che invece gli dà valore al denaro non è la ricchezza reale dei terreni, le case, il lavoro ecc. e -qui sta l'equivoco- , ma soprattutto la fiducia di chi li accetta come merce di scambio.

Il valore del denaro-moneta è quindi indotto, non intrinseco!

Se Fidel Castro potesse stampare moneta a volontà, non diventerebbe più ricco, ma farebbe morire di fame i cubani. Produrre canna da zucchero, sigari, turismo o quant'altro, funziona meglio che stampare banconote!

Fa eccezione forse nel caso di situazioni imperiali come gli USA, che stampano dollari in cambio di beni e servizi “comprati” dai paesi terzi (gli USA comprano dall'estero petrolio o altri beni pagando in dollari-carta).

Quindi i soldi sono solamente un simbolo di ricchezza ma non costituiscono ricchezza “vera”.

Ne consegue che tutto il denaro in circolazione è solo una promessa di pagamento valida finché è accettata come tale.

Anche il rapporto che esiste oggi fra denaro e Stato ha carattere strettamente fiduciario (o imperiale nel caso del dollaro come moneta di riferimento). Tutto il valore del denaro si basa in pratica sulla sua “accettazione” come merce di scambio da parte della collettività.

Il denaro è quindi oggi una merce di scambio a corso forzoso che si regge interamente su un “patto sociale”, “un contratto”, una “convenzione di fatto”, fra le parti.

Il denaro-feticcio come attrattore sociale della modernità

Uno dei tratti salienti delle società antiche è loro forte capacità di generare obblighi, spesso con diritti distaccati, non economici. Gli esempi sono gli obblighi del nascita, di parentela, di matrimonio, cerimonie sui defunti etc. Come pure nelle altre questioni domestiche in alcune tribù australiane, il cacciatore non è autonomo come si pensa, deve fare affidamento sugli altri, spesso i suoi fratelli, che a loro volta devono fare affidamento a lui. Ma senza andare così lontano pensiamo alla autoctone vecchie forme di raccolte del grano, dell'uva o delle olive, o da sempre presso i mormoni anche la costruzione di una casa, dove ognuno aiutava gli altri a rotazione.

In questi casi, non avviene nessuno scambio o donazione. Ma reciproco trasferimento di obblighi, che sancisce anche la dipendenza reciproca!

Nelle società tribali, antiche o ancora esistenti, la produzione e la distribuzione dei beni materiali erano parte integrante delle relazioni sociali che non avevano, come ora, natura economica. Lo scambio intertribale nella forma del dono era sempre collettivo (non esiste la figura del mercante), e spesso accompagnava riti religiosi danze, feste, banchetti. E anche quando assumeva più propriamente la forma del baratto mancava completamente il fine economico di lucro, di guadagno, di profitto, come noi lo intendiamo oggi. Anzi era pubblicamente disprezzato. In diverse civiltà tribali, l'onore della tribù passava proprio nella distruzione della ricchezza accumulata. Esisteva l'istituto straordinario che è il potlach15 dove, puramente e semplicemente, si distruggevano beni in qualcosa di simile ai baccanali, dei beni dilapidati in feste fatte anche per schiacciare, per annientare il rivale, in gare a chi faceva la festa più sfarzosa (qualche residuo del potlach si può trovare in certi matrimoni di oggi). La ricchezza dei primitivi veniva accantonata per “spenderla” alla prima buona occasione o ricorrenze: in feste, in banchetti, per nascite, matrimoni, raccolti ecc.. L'accumulo della ricchezza è fatta per essere spesa a fondo perduto16!

Tra il XVII e il XVIII secolo avviene una conversione: l'economia si pone al centro della vita dell'uomo, sottomettendo la “memoria di transizioni”, la moneta preesistente, alle sue esigenze, nel XIX è il denaro che si mette al centro dell'economia e viene sussunto dal capitale e ai suoi paradigmi.

Tanto più il denaro è smaterializzato, segnico, quanto più è fisicamente presente nei nostri rapporti sociali. Modella la nostra mentalità, in-forma le coscienze, determina i nostri stili di vita. Non solo i termini della nostra esistenza materiale come cibo, automobili, aerei, telefoni, telefonini, internet, ecc. ma tutta la concezione dello spazio e del tempo sono totalmente rimodellati, intorno al denaro. Il denaro permette di vendere cose non ancora prodotte, o indebitare le generazioni future. Tutta la vita è appiattita sul denaro, un continuo calcolare, misurare i costi e i ricavi per ogni nostra azione o proiezione di noi nel tempo o nello spazio. Tutto è misurato con il linguaggio e la sintassi del denaro. Tutto è parametrato al denaro, anche le attività più spirituali e i sentimenti più sacri: dalla ricorrenza del giorno dei morti ('un business da 100 miliardi') alla morte dei vip (l'evento morte di lady Diana) alla malattia. Anche riguardo la vecchiaia, non c'è più la vecchiaia ma il “rischio vecchiaia” (dal punto di vista assicurativo e della pensione).

Queste osservazioni non mirano a “psicologizzare” l'economia di mercato e il capitalismo ma piuttosto a mettere in luce il fondamentale paradosso che sta nel cuore della sua condizione della sua esistenza. Se si da un’occhiata a una banconota inglese o americana, troverete la scritta: “In God we trust”. Ma in quale Dio? Giorgio Agamben ha affermato che Dio non è morto, è stato trasformato in denaro. Grazie al capitalismo, la Chiesa perse il monopolio sulla virtù e la moneta divenne rapidamente il principale significante di valore. Il dislocamento della fede umana da Dio al denaro ha raggiunto chiaramente l’apoteosi nello sviluppo simbiotico della moderna finanza e nel secolo scorso nello Stato nazione.

Nel tempo, non solo la forma, ma soprattutto il ruolo del denaro sono mutati, e gli antichi

“trasferimenti”, “obblighi” e sono stati abilmente occultati e manomessi dando origine a nuovi significati di potere.

Il denaro smaterializzato ha a sua volta un costo (sembra un ossimoro che una cosa astratta, aleatoria, immateriale abbia un valore), è a sua volta una merce, perché è un feticcio!

Il denaro attuale, un bit sul un hard-disk, ha vita propria, non è più un oggetto di trasferimento socialmente gestito, ma crea interessi, tassi di sconto, mercato del denaro, con potenti banche e agenzie di rating. Il denaro accumulato nelle banche è ancora il valore del lavoro, delle capacità sociali eseguite?

Tuttavia, quando la banca “impresta” soldi spostando solo casella ai bit di un computer, è tuttavia depositaria del futuro di pezzi più o meno consistenti di comunità!

Il denaro e chi lo gestisce decide il successo di una impresa o di qualsiasi attività o lavoro importante, non è il fare al centro della società, ma il denaro feticcio, teologale.

La metafora del denaro non solo saccheggia i valori materiali ma deforma anche i valori intellettuali, linguistici, così come la moda nell’abbigliamento (i vestiti o i luoghi VIP costosi usati come “moneta”: esibizione di status sociale). Perché il denaro feticcio “parla”, è un linguaggio, in-forma la società.

Come il linguaggio il denaro traduce e uniforma il lavoro per esempio dell’agricoltore, rapportandolo con quello dell’idraulico o dell’ingegnere e come il tempo-illuminista, esso separa il lavoro dalle altre attività sociali, accelera gli scambi e stringe legami d’interdipendenza in ogni comunità, di ogni singolo.

Si potrebbe tracciare un parallelo nella storia tra denaro, e il linguaggio scritto e di come abbiano in comune l'identica percezione sociale dello spazio-tempo. Dal tempo circolare quando la moneta era alla periferia dei rapporti sociali, al tempo progressivo, lineare come la scrittura, quando la moneta produce interessi nel tempo scandito dal cronometro. E segue le stesse sorti, fino alla smaterializzazione della scrittura e della moneta (riprendendo Foucault).

Il denaro è così ciò che ci unisce ma è contemporaneamente ci divide. Per dirla con il giovane Marx:

Se il denaro è il vincolo che mi unisce alla vita umana, che unisce a me la società, che mi collega con la natura e gli uomini, non è il denaro forse il vincolo di tutti i vincoli? Non può esso sciogliere e stringere ogni vincolo? E quindi non è forse anche il dissolvente universale? Esso è tanto la vera moneta spicciola quanto il vero cemento, la forza galvano-chimica della società17.

Oggi il denaro, il cuore del capitalismo, con la sua straordinaria proprietà di fungere da vero e proprio cemento connettivo della comunità, ne determina comportamenti e antropologie d'esistenza.

Marx ha dimostrato che lo sfruttamento del plusvalore da parte della classe capitalista non è il livello più profondo della società capitalista di mercato. Se vogliamo abolire questa società, si deve colpire più a monte, alla radice sociale di tale società: il cuore della sintesi sociale capitalistica. Il capitalismo non è solo un modo di produzione o 'sistema' di dominazione diretta, è una forma di vita sociale dove per la prima volta nella storia, individui si relazionano gli uni agli altri (fanno “società”) attraverso il lavoro: il denaro e i movimenti feticistici del valore che si valorizza (il capitale) è la forma di vita che noi costruiamo ogni giorno con tutte le nostre innumerevoli azioni di lavoro e consumo.

Ovvero, nella forma di vita sociale capitalistica, la dipendenza di ciascuno da un tempo di lavoro qualunque che viene mutuato dal denaro, è l'unico modo per ottenere i prodotti sia di sussistenza che voluttuari realizzati da altri capitalisti. La rappresentazione di questo rapporto sociale nel lavoro e nella sua realizzazione concreta è il denaro, che orchestra tutta la società.

Il problema è grande e altrettanto grande deve essere l'impegno di chi vuole cambiare le cose.

C'è bisogno di pensare l'impensabile e realizzare l'improbabile: uscita dall'era dell'economia.

Quale futuro per la moneta-denaro?

Qual è la conclusione di quanto detto? In primo luogo, che il denaro è un argomento difficile, molto vasto, che riguarda diversi ambiti.

Richiede approfondimenti, e ci sarebbero anche altri approfondimenti da fare. Come per esempio, approfondire tutti i tentativi fatti per abolire la moneta: perché non sono riusciti? Dai tentativi dei rivoluzionari spagnoli durante la guerra civile a Pol Pot, fallirono tutti, resta ancora da studiare e da ragionare sui motivi.

Tuttavia, si può essere certi che:

1) l'origine del denaro è sociale, non economica. La sua fonte non è il baratto, ma piuttosto i pagamenti multipli unilaterali, relativi a obblighi sociali, presenti nelle società primitive, ma dove il denaro non copriva la maggioranza degli obblighi sociali;

2) il denaro non può essere ridotto alla sua dimensione esclusivamente quantitativa perché

a. comunque, quest'ultima, non esiste in sé, ma solamente e nella misura in cui, il consenso che la moneta ha nei rapporti e relazioni sociali tra gli individui, i contesti e le condizioni di applicazione, fanno in modo di attribuire ad essa un potere liberatorio in uno spazio-tempo definito;

b. la sua forma concreta e la sua dote di contenere delle qualità possono o meno contribuire a limitare certi usi (la valuta dell'isola di Yap si presta, per esempio, a meno possibilità di accaparramento del denaro nella forma scritturale moderna);

c. infine, si è visto, soprattutto nella discussione sull'opposizione “monete primitive” versus “monete moderne”, che la moneta non è mai pienamente emancipata, avulsa dai suoi marcatori socio-culturali, delle economie del suo tempo (e questo vale anche nel caso di una moneta astratta e impersonale come la nostra, o delle monete virtuali come Bitcoin ecc.).

Molti credono che sia sufficiente cambiare moneta per cambiare il mondo. Euro/lira, e le numerose valute locali non sono, di per sé, alternative al capitalismo. Sono invece anche peggio! Il loro uso attuale non conduce, alla autogestione o al “socialismo-locale”, anzi permette di perpetuare e approfondire, mitigare le relazioni sociali capitaliste. In breve, l'inferno è spesso lastricato di buone intenzioni.

E sorge una domanda, se immaginiamo una società post-capitalistica, post-economica, una società senza mercato, dovrebbe necessariamente basarsi sui trasferimenti “non esigibili” qualcosa come obblighi reciproci, liberamente scelti, tra i gruppi, o più persone, per offrire a ciascuno la sicurezza esistenziale, e la capacità di operare in modo allargato?

Oppure si fa uso dei trasferimenti del terzo tipo 'T3T'? Naturalmente, senza passare attraverso uno Stato e imposizioni per legge, ma piuttosto per permettere ai singoli di “sdebitarsi” dagli obblighi comuni”18

Interrogativi sull'uso sociale della moneta.

Il problema rimasto aperto è quali forme di “dipendenza” si dovrebbero tenere nei rapporti sociali fuori dell'economia capitalista. Il rapporto tra la libertà del singolo e le libertà sociali come si conciliano?

Se ipotizziamo una società post capitalista, per la moneta-denaro, che è un oggetto feticcio per antonomasia, ci sarebbe ancora posto?

È possibile avere forme di monete pratiche che non siano troppo feticisticamente incontrollabili?

Solo il rischio e la sperimentazione potrà dirlo, non ci sono pannicelli caldi da proporre.

E ancora, se postuliamo la permanenza del soggetto, dell'individuo isolato, in una società moderna non capitalista, come questo si emancipa dalla società, dagli obblighi sociali, da decisioni prese democraticamente? Del resto non è possibile immaginare una società che consiste in una mera collezione di individui (soggetti) completamente svuotati dagli obblighi comunitari o sociali!

La moneta potrebbe risolvere questo, pagando, l'individuo si sdebita delle incombenza collettive?

E ' importante infatti, capire se l'emancipazione dell'individuo, è dalla società o nella società. Come si svolge l'emancipazione nell'uno e nell'altro caso?

È necessario, collegare questi due tipi di emancipazione, quello degli individui e della società?

Se persiste la persona come l'uomo lupo di Hobbes, bisogna sempre permettere a tale persona di liberarsi da certi obblighi sociali, cioè lasciare aperto il trasferimento che permette di annullare legami sociali, che possono apparire a volte come soffocanti. Si contribuire in questo modo alla persistenza dell'individuo come soggetto autonomo (feticcio) distaccato, se non conflittuale con la sua società (feticcio anch'essa).

Per uscire dai sistemi alienanti, iper-soggetto vs iper-società (Stato), due feticci in contrapposizione tra loro quale ruolo dovrebbe rivestire il denaro?

Al posto dell'emancipazione del soggetto ipertrofico attraverso il denaro, è meglio cercare di regolare la moneta-denaro e le sue forme in base alla società che si vuole eliminando così il denaro come feticcio.

Perché il determinare meglio la questione della moneta richiede anche aver risolto in anticipo, o almeno in concomitanza, il problema dell'individuo di rapporto della società e viceversa.

Come abbiamo visto, la moneta, in queste relazioni, svolge un ruolo fondamentale.

Pensare ad esempio un nuovo istituto del trans-soggetto in un contesto trans-sociale (usiamo “trans” nel senso che ogni entità, soggetto e società, è consapevole dell'altro, è portatore delle rispettive necessità e bisogni), dove questi corpi si ricompongono in una consapevolezza comune e univoca: quella della interdipendenza di ciascuno con la comunità. Ossia una società olistica. Questo è quello che Marx chiamava comunismo.

Ma la domanda che sorge è: quanto può essere grande questa trans-società per non diventare a sua volta alienante? Indubbiamente che più numerosi sono i membri e più difficile la consapevolezza e il controllo. E a ruota, quante nidificazioni sociali di trans-società saranno accettabili? Ossia se ci si prefigura un controllo collettivo su acqua, energia, strade ecc. Con problemi di produzione, distribuzione e consumo a livello di Regione, Provincia o del singolo quartiere come e quante di queste si possono controllare socialmente senza ricadere nell'alienazione, nell'estraneità?

Se ci saranno dei limiti, è indubbio che sembra opportuno esplorare altri modi di distacco, che non sia la moneta-denaro, dei nuovi soggetti, perché diventare un tutt'uno ha dei limiti fisici. Se si ritorna al fatto che uno “paga” e si affranca degli obblighi sociali il capitalismo spinto dalla porta rientra dalla finestra.

La questione è complessa e di non facile soluzione…

Nel postcapitalismo a cosa dovremo dare valore?

Qui, entriamo nel territorio della politica: come possiamo arrivare a decisioni comuni e su che cosa sia da considerarsi di valore in una società postcapitalista?

Diamo valore ai legami personali o all’anonimato? Alla comunità o all’individualità?

È necessario un modo per colmare il divario tra questi elementi apparentemente opposti e per risolvere le loro contraddizioni intrinseche, altrimenti rimarranno per sempre in conflitto.

Occorre necessariamente chiedersi a che cosa diamo valore in noi stessi e negli altri, a che cosa diamo valore nella natura, nel lavoro e nel tempo libero e se queste cose devono essere distinte.

E come possiamo inserire tali valori – sia economici che politici – nella forma-moneta stessa? In fin dei conti, se vogliamo creare una società radicalmente diversa, la questione del valore dovrà essere in qualche modo separata da quella della moneta. Il valore di scambio è una cosa; il valore d’uso, come affermò Marx, è un’altra!

Per non parlare dell’importanza culturale, estetica ed ecologica del valore di non-uso. È possibile organizzare la società sulla base dei valori d’uso e insieme del non-uso19, invece che sui valori d'uso o di scambio?

Che aspetto avrebbe tale società? Come possiamo arrivarci? Saremo in grado di fidarci delle altrui buone intenzioni e della nostra consapevolezza di uno scopo comune mentre ci azzuffiamo sulle possibili risposte?

Al momento, nessuno sa rispondere in modo esauriente, ma almeno abbiamo finalmente cominciato a porre le domande giuste. In un mondo completamente monetizzato in cui gli esseri umani non contano più su niente, almeno questo deve contare qualcosa.


1 Pezzi ripresi da: “Sortir de l'economie”, n°4 2012

2 Alain Testart Les origines de la monnaie, éditions errance ; à la quatrième partie « Monnaies ‘‘ primitives ’’ », du livre de Francis Dupuy, Anthropologie économique, Cursus, Armand, Colin, 2008 (2001) ;t, « Moyen d’échange / moyen de paiement : des monnaies en général et plus particulièrement des primitives » dans Aux origines de la monnaie (sous la dir. A. Testart), Errances, 2001.

3 L'obbligo che si svolge pagando, può infatti essere sociale e non economico. Non dimenticate che paga deriva dal significato latino pacare, significa “placare” o “calmare il nemico”. Non è detto che ci sia un “a priori” una connotazione commerciale.

4 Anche se in molti c'è la sfiducia nella capacità dei debitori di ripagare i propri debiti, sfiducia nel reale valore dei bilanci delle istituzioni finanziarie, sfiducia nella volontà dei banchieri di mantenere i patti, sfiducia nelle intenzioni dello Stato di salvaguardia dei nostri servizi pubblici, pensioni, risparmi, ecc.

  1. 5 Marx libro I, sezione I “Merce e denaro” e capitolo III “Denaro e circolazione delle merci”, a proposito del ruolo di equivalente universale che il denaro.

  1. 6 PA Samuelson citata nell'articolo d'A. Orléan, «L'origine della monnaie (I)», Revue du Mauss , 1991.

7 Karl Marx riprende Dai classici la teoria del Valore (Adam Smith all' David David Ricardo) Secondo quale fonte ultima del Valore E Il Lavoro, e Che Valore La Moneta SIA Determinato Dalla quantità di Lavoro Contenuto ( Lavoro Incorporato ), Necessario per estrarlo.

8 La riserva frazionaria è la percentuale di depositi bancari che per legge la banca è tenuta a detenere sotto forma di contanti o di patrimonio “facilmente liquidabile” (Per il 20% ca). Ovvero la banca può prestare sondi (quindi genera moneta scritturale) che non ha! La banca è un "moltiplicatore finanziario".

  1. 9 “La pre- condizione monetaria della produzione capitalistica di merci è l'anticipo di denaro (non merce) nella forma di capitale monetario, necessario perché potrebbe essere garantito la produzione. La natura monetaria della teoria marxiana non può che ricordare rinforzata , e non indebolita, da questa prospettiva ricostruttiva, che lo rende un danno più solido alla teoria del valore-lavoro intesa in primo luogo come teoria dell'origine del plusvalore, cioè come teoria dello sfruttamento. Marx e la fondazione macro-monetaria della microeconomia Riccardo Bellofiore (un bel lavoro che si consiglia di leggere).

10 Marcel Mauss ( 1872 - 1950) antropologo, sociologo; famoso per il “Saggio sul dono. Forma e motivo dello scambio nelle società arcaiche ” (“ Essai sur le don. Forma e ragion d'essere del cambiamento nelle società archaïques ” ), considerato un classico investimento del dono.

11 Per signoraggio viene comunemente inteso nell'insieme della rendita derivante dall'emissione di moneta. Per le banche centrali, il reddito da signoraggio può essere definito come il flusso di interessi generato dalle attività detenute in contropartita delle banconote (o, più generalmente, della base monetaria) in circolazione. Per l'Eurosistema, questo reddito è incluso nella definizione di “reddito monetario”, che, secondo l'articolo 32.1 dello statuto del Sistema europeo di banche centrali (SEBC) e della Banca centrale europea (BCE), è « Il reddito ottenuto dalle banche centrali nazionali nell'esercizio delle funzioni di politica monetaria del SEBC » .

12 U na piccola isola persa in un arcipelago di Micronesia in Oceania.

13 La moneta fiduciaria in epoca moderna fu un'idea di John Law ( 1700 ) , suggerito di sostituire l'oro come moneta con la terra con la moneta di carta, una autorità, il principio del principio, l'attuale l'esigibilità ; fu applicato per la prima volta in Francia , al posto della terra, sulla compagnia delle indie francesi e fu una colossale truffa che lui stesso alla fine commentò: «finisce così il sistema della carta moneta che ha arricchito un migliaio di persone migliaia di migliaia di migliaia di uomini onesti ». Nel 1971 Gli Usa imposero la non convertibilità del dollaro in oro! Il modello Low su scala planetaria!

14 La ' riserva frazionaria ' E Il Guadagno Che le Banche private Hanno sui depositi dei propri Clienti . Se per esempio un cliente deposita ad esempio 100 € in banca, segui può ascoltare un terzo della somma che gli viene affidata fino a 98 euro. Dei 98 € a loro volta depositati nella banca, questa è possibile osservare per esempio 96,40 e così via. In concreto, da 100 € possiamo prestare fino a 5.000 € senza averli. Così facendo, viene a crearsi un'entrata di denaro dal niente. Inoltre, per ogni prestito la banca richiede un interesse, quindi la somma guadagnata dalla banca sarà rapportata ai 5.000 €.Nei bilanci della banca, compariranno i soldi depositati dai clienti più quelli prestati, come se fossero di loro proprietà, mentre nella realtà questi soldi non inclusi, quelli reali sono solo 100 €.

15 Il Potlatch fatto conoscere dall'antropologo Franz Boas è una caratteristica radicata nelle tribù e nelle zone native della costa nord-occidentale degli Stati Uniti e del Canada. Esso consiste in una grande festa, non più di una / due volte l'anno, colomba dei capi clan radunavano tutti gli altri e si dava inizio al Potlatch per quattro giorni e quattro notti, in cui si passa, si mangia, si mangia accumulare . Il significato sociale di queste enormi feste era il consolidamento del loro potere politico e il funzionamento della fama nel seno a tutti i Kwakiutl. Ci furono anche dei Potlach competitivi in ​​cui si invitava l'ospite a ricambiare con una festa simile, sfida a cui non ci si poteva sottrarre, con conseguenze catastrofiche per la loro economia.

16 Ripreso da: Andromeda N.71 / 1999 il denaro sterco del demonio

17 Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844 cap. sul denaro

18 Op. citata: “ Sortir de l'economie ”.

19 Il non-uso, è un tema molto interessante, pensiamo all'uso di un terreno da sfruttare, di una foresta, all'uso dell'energia, dell'acqua, all'aria, al paesaggio ecc. per farli diventare valore d'uso; servire antromorfizzare tutto e comunque?