Storia dello stato moderno (PROVVISORIO(

SUNTO

  • Si è parlato di democrazia economica (libertà economica).

    (Partecipazione alla produzione della ricchezza e dei suoi frutti).

  • Si è parlato di democrazia civile (libertà civile).

    (fare scelte personali utili a rafforzare la propria personaltà senza ingerenza dei poteri pubblici o manifeste disparità economiche)

  • Si è parlato di democrazia sociale (libertà sociali).

    (Che consente di soddisfare i propri bisogni fondamentali e sviluppare le proprie capacità cooperative),

  • Qui si parla di democrazia politica e democrazia burocratica1

    (Libertà politica, decidere leggi e orientamenti generali. E

    liberà dal potere dei sistemi organizzativi di persone e risorse). Questi due aspetti sono stati “molto trascurati” nelle precedenti esperienze “comuniste” di Stato positivo (economia pianificata che annullava il primo punto) a cui si sommava lo Stato hegeliano (detto Stato etico) che inficiava anche il secondo e terzo punto.

    Qui si inverte la rotta e si ritorna a Marx.

 

 

Lo Stato è una “alienazione massima”. E’ un prodotto sociale, un rapporto che ha assunto una “entità”, una vita “propria” che ha sussunta chi l'ha prodotta. Dopo il denaro esso uno dei più importanti prodotti sociali fuori controllo; un Leviatano sovrapotente che ha assunto una “vita” propria, che si autosostiene, che va oltre e sovrasta sia la somma delle singole persone che lo “compongono”, che i sudditti: controlla e determina tutti.

 

Un famoso giurista parla chiaro: senza lotta alle disegualianza e alle esclusioni sociali non c’è democrazia.

Ma l’uguaglianza è una condizione onnipervasiva della democrazia. Senza uguaglianza di mezzi materiali e intellettuali, la libertà cambia natura e la democrazia si trasforma in maschera dell’oligarchia, cioè del regime del privilegio di pochi, non necessariamente i migliori, a danno dei molti, non necessariamente i peggiori, ma certamente i più deboli. Cioè: la democrazia, che dovrebbe essere il regime che bandisce tra gli esseri umani l’uso della forza, si rovescia nel suo contrario, cioè nel regime basato sullo squilibrio della forza. Da qui può venire una risposta alla sua domanda. Mai come in questo momento della vita della nostra società constatiamo tanta iniquità nella distribuzione dei beni materiali, delle conoscenze e delle risorse intellettuali. La critica antidemocratica ha sempre sottolineato il rischio della massificazione, dell’appiattimento verso il basso. Ma qui, ora, si prefigura un incubo diverso: il gregge esposto e ignaro, guidato da pochi pastori, cioè da gente che - come diceva Trasimaco - solo l’ingenuo Socrate poteva credere avesse a cuore il bene delle sue pecore, piuttosto che il proprio interesse. Una politica per l’uguaglianza: ecco ciò di cui ci sarebbe bisogno e non si vede in giro, nemmeno a sinistra” Gustavo Zagrebelsky2.

 

Non c'è ugualianza, quindi viene meno il rapporto-controllo tra Cittadini e Stato, il “patto sociale” è mera finzione. Di fatto siamo di fronte a un sistema feudale (feudalesimo + la televisione come dice Sartori) retto da gruppi di interesse una elite conposta di “gilde-partiti” e “corporazioni” che a loro volta si fronteggiano per il controllo dello Stato per propri interessi.

 

1 Composta da bureau ("ufficio") connesso al greco krátos ("potere") .

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