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  1.  

BIBLIOGRAFIA GENERALE

Visto il limite di spazio, si citano solo alcuni autori, si rimanda alle citazioni presenti in ogni DOC e allla grande mole di materiale consultabile in internet.

Sul marxismo si mette una lista decisamente approssimata che comprende anche alcuni marxisti-keynesiani.

R. Bellofiore, L. Colletti, C. Napoleoni, V. Giacchè, G. Carchedi, S. Cesaratto, R. Fineschi, P. Sraffa, L. Pasinetti, T. Negi, ecc,.

E soprattutto stranieri: H. Grossmann, A. Freeman , Moishe Postone, Robert Kurz, Roswitha Scholz, Norbert Trenkle, Ernst Lohoff, Peter Klein, Anselm Jappe, Claus Peter Ortlieb, Karl-Heinz Lewed, Franz Schandl, Justin Monday, Gérard Briche, Christian Höner, Peter Samol, ecc. e gruppi: "Krisis", "Exit!" "Wertkritik".

1Capire dove siamo in rapporto alla legge del valore di Marx può essere utile ma non è indispensabile, il lettore può passare direttamente al corpo del libro senza grandi problemi.

Per chi prosegue, si è cercato di sintetizzare al massimo la teoria o meglio della sua interpretazione, perché non c'è univocità tra gli studiosi su questo argomento.

Si arriva a delle conclusioni che stravolgono il senso comune sull'argomento e gettano una nuova luce sulla realtà del post-moderno capitalista e che sono molto utili alla trasformazione dello stato presente delle cose.

2 A. Smith: La Ricchezza delle Nazioni, Grandi Tascabili Economici Newton, Roma, 1995

3 Il termine “marxismo esoterico” deriva probabilmente dal gruppo marxista Gyorgy Lukacs, Karl Korsch, Ernst Bloch. Ma qui si fa riferimento ai testi di R. Kurz del gruppo Exit (ex Krisis)
4 Nell'economia classica questo vien chiamato “rischio d'impresa”. Un di più che dovrebbe compensare il denaro investito.

5 Con la concorrenza, le industrie si specializzano e si diversificano, chi fabbrica mezzi di produzione (le macchine) e chi beni di consumo o per l'organizzazione del lavoro e la società in cui sono immersi. Perchè la società a sua volta si suddivide in mille specializzazioni con linguaggi propri e incomunicanti tra loro se non attraverso il denaro: Stato, banche, latifondo, tecnica, informazione e cultura, (anche la religione si adegua).

6 Rapporto nel capitale investito distinto tra capitale fisso (macchine e materie prime) e capitale variabile (manodopera).

7 Ne “Il Capitale” la parola tedesca Darstellung in genere è tradotta come “incorporato” ma il modo più corretto sarebbe “rappresentato”. [ “Reply to Critics” Historical Materialism (2005)].

8 In pratica con questa versione scolastica di Marx presupponendo che Marx abbia scritto “Il Capitale” solo per spiegare come far funzionare l'economia “socialdemocratica”, per  (ri)propone come “futuro comunista”  fatto da un capitalismo senza capitalisti. Viceversa gli “eretici” credono che Marx scrivendo “Il Capitale” abbia anzitutto voluto fare una critica al capitale (in toto) come macchina feticistica, come critica all'economia (ai valori astratti) e quindi occorre “remare” per l'abolizione del lavoro salariato, della divisione del lavoro e per l'estinzione dello Stato.

9 L'economia borghese afferma che il valore astratto è prodotto dalla circolazione, un di più che il capitalista aggiunge al valore della merce al momento della vendita. Ma in questo modo sarebbe lo scambio che crea dal nulla un surplus di ricchezza. Questa tesi è in piena violazione delle leggi fisiche; piacerebbe davvero a tutti moltiplicare il proprio risparmio dal nulla. Pinocchio che piantava le monete ne sa qualcosa. Purtroppo non funziona così, anche se certe bolle finanziarie funzionano proprio seguendo questo sistema di credenze.

Questo ci fa dedurre che dietro il profitto (o la rendita) c'è sempre del lavoro concreto, ed è questo che il capitale non vuole riconoscere.

(Nel capitalismo grazie alla forma-moneta del valore, vendono anche il plusvalore sotto forma di tempo, lavoro che dovrà ancora essere prodotto, o che si prevede che si produrrà; questo, insieme alla rendita, alla tesaurizzazione, alla produzione di moneta, per far figurare che sia il tempo a creare valore (aspetti di cui  qui non si parla per brevità, ma che hanno i loro effetti nella redistribuzione del valore prodotto).